Nel link sottostante L’evoluzione e lo stato della povertà alimentare a Roma nel contesto italiano 2023. L’Osservatorio Insicurezza e Povertà Alimentare (OIPA) è un progetto di ricerca promosso da CURSA, il Consorzio Universitario per la Ricerca Socioeconomica e per l’Ambiente. Il presente report intende illustrare alcuni dei dati raccolti ed analizzati negli anni 2022 e 2023. Ulteriori ricerche ed elaborazioni sono ancora in corso (…)

https://www.cursa.it/wp-content/uploads/2023/10/osservatorio_report_2023.pdf

 

“…La povertà alimentare in Italia è riconducibile soprattutto ad una questione di scarso accesso economico al cibo, fattore che, negli ultimi anni, si è aggravato in relazione alla minore capacità di spesa delle famiglie, dovuta sia all’andamento dell’inflazione, sia alla contrazione dei redditi. L’incapacità di accesso al cibo produce diverse forme di fame e malnutrizione, con il conseguente l’aumento della richiesta di aiuti alimentari da parte della popolazione più vulnerabile.”

Il diritto al cibo al centro dell’attenzione.

Dieci proposte per l’azione politica.

(testo rielaborato per attualizzarlo ovunque come proposta)

1. Diritto al cibo!. Inserire il diritto al cibo nello Statuto delle Città e dei comuni della città metropolitana stessa. Il Diritto al Cibo inteso come possibilità di accesso ad un cibo sano, nutriente, di qualità, socialmente giusto, ecologicamente compatibile e culturalmente appropriato.

2. Prima i minori. Garantire la continuità del diritto ad una sana alimentazione per l’infanzia delle fasce sociali svantaggiate, fornendo un servizio paragonabile a quello della mensa scolastica anche nei periodi in cui non è prevista la frequenza. Questo servizio – fornito dalle stesse mense o da una rete di servizi specifici e/o convenzionati – si baserà su alimenti provenienti da una rete di recupero composta da ristoranti, mense, supermercati e mercati, ma anche dalle aziende locali e dagli stessi orti scolastici.

3. Filiere accessibili. Promuovere la nascita di una rete di produzione e distribuzione (aziende agricole, di trasformazione, supermercati cooperativi, negozi, ecc.), possibilmente su base locale, sostenuta da fondi pubblici e privati, che garantisca a prezzi equi dei prodotti locali, stagionali, di qualità e ad alto valore nutritivo per le famiglie a basso reddito.

4. Educare, prevenire. Investire nell’informazione, nell’educazione e nella sensibilizzazione della popolazione utilizzando le strutture pubbliche – in primis le scuole, ma anche gli ospedali – e le mense collettive private, per promuovere diete sane e bilanciate a livello familiare, prevenire le malattie legate al cibo, prevenire lo spreco, incentivare un consumo responsabile.

5. No alle disparità territoriali. Eliminare le diseguaglianze territoriali nella distribuzione. Individuare le Blacked-Out Food Areas, in modo da garantire la presenza di negozi e mercati, di “qualità” in ogni quartiere; progettare, incentivare, forme di distribuzione degli aiuti alimentari tali da non creare ulteriori disparità a livello territoriale.

6. Migliorare l’aiuto. Anche se l’attuale modello organizzativo garantisce un aiuto capillare, è utile monitorare i flussi degli aiuti per una migliore efficienza, creando un sistema informativo anche attraverso opportuni sistemi di tracciabilità per rendere più efficiente ed efficace l’aiuto alimentare alla scala territoriale più fine possibile (sistema di monitoraggio povertà e aiuti).

7. Incentivare l’aiuto. Organizzare ed incentivare forme di recupero del cibo in tutte le strutture pubbliche (mense, mercati, eccetera) con fini di aiuto alimentare e, da connettere alle azioni 2 e 5 (produzione di linee guida e pubblicità sulla Legge Gadda per sensibilizzare ed incentivare la redistribuzione).

8. Migliorare la logistica. Dare vita a degli hub logistici infrastrutturali che consentano il recupero, lo stoccaggio, la distribuzione e lo scambio del cibo donato, recuperato, e distribuito alle realtà caritatevoli ed aumentare l’efficienza e l’efficacia degli aiuti e la collaborazione tra le associazioni.

9. Informare per migliorare l’aiuto. Realizzare una campagna educativa e informativa per aumentare la solidarietà privata e degli attori economici nelle donazioni di cibo e nella prevenzione dello spreco attraverso il recupero (sensibilizzazione Legge Gadda, guida alla distribuzione, sconto Tari).

10 Innovare i bandi. Introdurre innovazioni nei bandi per l’acquisto delle derrate alimentari, in modo da favorire la distribuzione di un cibo che  sostenga una corretta alimentazione, bilanciata, culturalmente adeguata, e sostenibile con ricadute positive anche sotto il profilo territoriale (green public procurement)