Perfetta Letizia e Carità (S.Francesco)
Il discorso dei Fioretti è condotto sulla scorta di tre riferimenti biblici: il passo del prologo del Vangelo di Giovanni (1,11): “Venne tra la sua gente, ma i suoi non l’hanno accolto”; il passo della lettera di Giacomo (1,2): “Considerate perfetta letizia, miei fratelli, quando subite ogni sorta di prove,sapendo che la prova della vostra fede produce la pazienza. E la pazienza completi l’opera sua in voi, perché siate perfetti e integri, senza mancare di nulla”; il brano di san Paolo sulla carità (1Cor 13,1s): “Se anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna. E se io avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza…”
La perfetta letizia nasce dalla carità, dalla perfezione della carità, che si ha nella partecipazione alle sofferenze di Cristo; carità che è compagna della pazienza ed è nutrita dall’umiltà, poiché (1Cor,4): “La carità è paziente…non si vanta…”.
Francesco non invita a cercare la perfetta letizia per se stessa, ma l’imitazione di Cristo povero e crocifisso, che conduce alle vette della carità; e chi ama è nella gioia. Francesco dice che ivi, quivi, in ciò, è perfetta letizia, cioè nella partecipazione alle sofferenze di Cristo. Così nel centro più centro del cuore fedele a Cristo, quando il dolore lo assedia e lo assale, c’è perfetta letizia.
Francesco ci ha fatto dono di un discorso luminosissimo e necessario a tutti noi, che abbiamo bisogno di sentirci dire dove si trova perfetta letizia. E ce lo dice Francesco, già reuccio delle feste giovanili di Assisi, e già cavaliere armato di tutto punto, pronto alla gloria delle imprese conquistatrici. Sì, Francesco ci dice dov’è perfetta letizia.